Non possiamo pretendere di stare su questi scaffali del LCBO in un gruppo diverso da questo. Sono le stesse divisioni che fa Wine Spectator sui suoi giornali e qui seguono quella religione.
Ci sono tanti ristoranti buoni, oserei dire da stelle Michelin e i nostri vini sono sulla carta. In foto la cantina “Caveo” del ristorante Barberius con le pareti arredate dai magnum delle più grandi etichette del mondo. Molto buoni anche il KI e lo Splendido e in questi imperversa il nostro pinot grigio Sot Lis Rivis.
Con Toni, il mio referente qui in Ontario, abbiamo visitato la sede del Monopolio di Stato, LCBO. Da questo magazzino che si trova in centro città transita tutto il vino che viene importato in questo Stato canadese. Chissà se un giorno ci arriverà anche il nostro?
Avevo una casetta piccolina in Canada… E’ l’eterno dilemma che ha un produttore di vino quando deve decidere se abbandonare la strada vecchia per una nuova, ovvero abbandonare un vecchio importatore con un fatturato piccolo ma garantito, per un importatore strutturato, forte, ma chissà con quali garanzie di successo. Ricordo che la canzone concludeva dicendo: “la casetta ora non c’è più ” certo è un rischio, ma vendere vino ha una morale diversa da quella della canzone e prevede una analisi di tutti gli aspetti positivi e negativi e l’assunzione di una certa quota di rischio. In altre parole bisogna decidere caso per caso ed io per questo in specifico ho già scelto.
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